© Dudich, Endre (Ungheria) 7.06. 2008

Dodici argomenti contro e per l’Esperanto

Perché non adottare l’Esperanto? Però perché adottare l’Esperanto?
1.L’Esperanto è una lingua non viva, una lingua non naturale, ma è una lingua senza tradizione, artificiale.L’Esperanto infatti è una lingua “artificiale”, pianificata, ma esso si basa su dieverse lingue “natuali”, etniche e approfitta delle loro tradizioni. L’Esperanto dunque mette insieme i vantaggi di tutte e due le categorie di lingue, ed esso è particolarmente adatto all’uso del computer, anche perché ha un basso numero di sinonimi e omonimi. E’ una lingua largamente parlata – sviluppata e viva.
2.L’Esperanto è stato iniziato da amatori, non da linguisti competenti e di professione.Infatti l’Esperanto è stato iniziato non da un linguista, ma da un medico che parolava parecchie lingue. Ma più tardi anche linguisti di professione hanno contribuito al suo sviluppo. Per questo l’Esperanto possiede dunque tutti i vantaggi dell’uso pratico quotidiano e delle combinazioni della teoria scientifica.
3.La struttura dell’Esperanto è troppo semplificata, e il suo vocabolario è troppo povero.La struttura dell’Esperanto ha conservato con grande cura gli elementi necessari della grammatica e della sintassi. La sua semplicità è flessibilità senza complicazioni e la sua stabilità senza rigidità. Il vocabolario dell’Esperanto è costantemente arricchito dalla formazione di nuove parole e termini (per es. intelligenza artificiale) e dall’adozione di neologismi necessari e utili da altre lingue – e non soltanto indoeuropee; per es. nunatako dall’eschimese (inuita), saŭno dal finnico, hanuko dall’ebraico, cunamo dal giapponese, e obo dalla lingua mongola.
4.L’Esperanto non conviene per la diversità di stile della belletristica.Dopo la sua nascita nel 1887, l’Esperanto ha prodotto una vasta e varia letteratura. Essa non consiste soltanto in poesie e prose tradotte, ma anche in tante opere originali collezionate e custodite in grandi biblioteche, per es. a Budapest, Londra, Rotterdam e Vienna.
5.L’Esperanto non ha un’”anima”, non rappresenta e non comunica un’eredità culturale specifica.E’ vero che l’Esperanto non ha una sua “anima” etnica limitata ad un popolo o cultura specifica. Ha invece un’”anima universale” aperta, tollerante che rende facile una comunicazione fra popoli e culture diversi nell’epoca di un’inevitabile globalizzazione.
6.L’Esperanto non è adatto all’uso nella scienza e nella tecnica.L’Esperanto è già adatto – almeno in parte – ai bisogni della moderna scienza e tecnica, ed è ampiamente presente in Internet. Le sue qualità caratteristiche (vedi il punto 3) rendono possibile e assicurano un costante sviluppo anche in tutti questi campi, dall’Astronomia alla Zoologia (per es. nebulozo - nebulosa, Primatoj – Primati ecc.)
7.Il Fondamento dell’Esperanto gli esperantisti lo considerano un tabù intoccabile. e l’Accademia dell’Esperanto è un’istituzione molto conservativa.Il “tabù” del Fondamento dell’Esperanto è soltanto uno strumento per garantire l’unità di base della lingua e per prevenire una sua dialettizzazione. L’Accademia dell’Esperanto è in nessun modo portata all’imbroglio, ma i suoi membri fanno degli sforzi seri e sinceri per trovare econservare un equilibrio tra gli estremi tra un cieco dogmatismo e un’irresponsabile anarchia, tra un severo conservatorismo e un’assoluta libertà.
8.Specialmente imparano l’Esperanto quelle persone che non sono riuscite ad imparare una qualsaisi altra lingua straniera viva.E’ un fatto che l’Esperanto lo si può studiare più facilmente, più rapidamente e a minor costo di qualsiasi altra lingua etnica. Per questo gli danno il benvenuto specialmente quelle persone che per una qualsiasi causa difficilmente s’appropriano di una lingua straniera. Evidentemente l’Esperanto è addidrittura più facile per quelli che già parlano un’altra lingua (indoeuropea), dall’afrikaans e dall’albanese al gallese e allo yiddish.
9.Studiare l’Esperanto è una perdita di tempo, di energia e di denaro. Avrebe più senso investirli nello studio di una lingua veramente utile, per es. dell’inglese, del tedesco o dello spagnolo.Si è dimostrato che l’Esperanto è utile come un trampolino di lancio per le lingue. La sua conoscenza aiuta e facilita lo studio di altre lingue straniere, l’inglese compreso. Per persone la cui lingua materna non è indoreuropea (per es. l’arabo, il cinese, l’estone, il finnico, l’ungherese, il giapponese, il coreano, il malese, il mongolo, il turco, il vietnamita) l’Esperanto è quasi un biglietto d’ingresso scontato a quel gruppo di lingue.
10.L’Esperanto non ha né una base economica forte, né dei sostenitori potenti.L’Esperanto non è legato a nessun tipo di gruppo finanziario, nazionale oppure multinazionale, non è imposto alle persone da una politica aggressiva oppure da una potenza militare. Quindi esso è veramente neutrale e relativamente non-discriminante.
11.Adottare l’esperanto significherebbe che si dovrebbe lottare con un’ulteriore lingua.Adottare l’esperanto significherebbe iniziare ad avere una “lingua ponte” neutrale, interculturale.
12.L’introduzione dell’Esperanto farebbe nascere problemi gravi, per es.
  • Le persone che parlano l’inglese dalla nascita e quelle che hanno sborsato molto tempo, energia e denaro per studiarlo, perderebbero i loro vantaggi e alcuni dei loro privilegi.

  • Molti traduttori e interpreti non sarebbero più necessari.

  • Moltissimi documenti dovrebbero essere tradotti in Esperanto.
I problemi causati dall’adozione dell’Esperanto sarebbero molto meno gravi di quelli del caos linguistico attuale, costosissimo (specialmente nell’Unione Europea).
  • L’inglese (e il francese ecc.) continuerebbero ad essere usati in molti campi, e i loro madrelingua resterebbero relativamente privilegiati.

  • Molti traduttori sarebbero necessari per tradurre in Esperanto il grande numero di documenti.

  • Anche interpreti resterebbero necessari fino a quando tutta l’umanità non avrà imparato l’Esperanto conservando così con cura il valore della diversità delle culture e delle lingue.

Per favore comparate senza pregiudizi, considerate la faccenda, e tirate la conclusione.